martedì, ottobre 18, 2005

Ode alla vita

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle 'i'
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda

8 commenti:

Anonimo ha detto...

questa poesia di pablo neruda è bellissima, come d'altronde tutte quelle che lui scrive...molto particolare il tuo blog...

Anonimo ha detto...

comincio dicendo che mi provoca un brivido il fatto che esista qualcun'altro che conosce e apprezza Neruda,non siamo in molti...posso immaginare il perchè ti piaccia questa poesia ma noto una certa contraddizione fra questa e la tua "la nuova regina"...non credi?Non è proprio la sicurrezza che spesso ci fa morire lentamente...?

Platone (il falso) ha detto...

Alessia, sai una cosa? A volta la sicurezza porta a morire lentamente crogiolandosi nelle proprie sicurezze, qualche volta inesistenti...ma l'insicurezza, a cosa porta? ci priva del nostro tempo e della nostra vita, ci butta in un fosso dal quale non si vuole più uscire, perché riscaldato dal nostro stesso fiato... e spesso ci rende soli... conosci la famosissima opera teatrale "Aspettando Godot"? Ecco il protagonista, forse non è certo sicuro di se, ma proprio quando lo diventa, riceve, con la morte, il dono più grande: capisce di essere libero di agire secondo la propria volontà, e diventa cosciente delle proprie possibilità... pensaci su...e lo farò anche io, visto che è la prima volta in tutta la mia vita che dico una cosa del genere... Ciao sospiro, fatti sentire, prima di piombare a casa!
M.
(sembro o non sembro il porco, firmando così???)

Anonimo ha detto...

nessuno è più portato di me nel parlare dell'insicurezza...e non me ne vanto affatto! anzi...! in tutta la mia vita le piccole insicurezze non mi hanno mai portata da nessuna parte, ogni volta che per colpa loro mi lascio scappare qualche occasione, o qualche emozione, mi accorgo che un momento della mia vita è passato senza che io lo vivessi, lasciandosi guardare dall'esterno, ed ogni volta ci ho sofferto! piano piano (grazie agli amici e alle esperienze di tutti i giorni) sto imparando a non lasciare che il fiume della vita mi scorra davanti, ma bensì a tuffarmici dentro e a nuotare con esso! poi come va va, che il fiume sfoci in bene o in male, io posso vantarmi di aver nuotato, e di non essermi lasciata frenare dall'insicurezza!

Caeliscalpium ha detto...

come pure gocce d'acqua cristallina, frasi su frasi crea quelle emozioni che riflettono lo splendore d'un mondo fatto di piccoli elementi lucenti.

Anonimo ha detto...

raga okkio che questa poesia è una bufala, non è di neruda!!!
provate a fare un paio di ricerche in internet!!!!

neruda che dica "puntini sulle i"
...ma per favore!!!!!

Sospiro Mozzato ha detto...

Scusa anonimo ma ti sbagli, la poesia è certamente di neruda, e se si fa una ricerca in internet si trova sempre lui come autore.

Anonimo ha detto...

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