giovedì, luglio 12, 2007

Invacum

Ritraendo l’invisibile sento nuove tele accendersi intorno a me.
Infiltrazioni nell’anima da angoli solitamente conosciuti
adesso rinnovano i loro spazi vuoti.
La rarità della confusione in un paesaggio ben costruito
risulta saliente a dispetto delle atre esistenze.
Non serve a nulla cercare di organizzare ciò che non vuole esserlo per natura,
basta vanificarsi nell’istante in cui tutto ciò appare intenso e invitante.
Mani odoranti e fiati bagnati riecheggiano bene in questa musica altalenante,
rigenerante e avvolgente come le esperienze che pur avendo stesso nome non sono mai uguali.
Preferisco mangiare il mare se questo è quello che mi vedrò fare,
perché non esiste volontà qui, non per l'occhio incredulo.
I colori della voce aggiungono pesi inutili all’equilibrio amalgamante di questo luogo
perchè anche un muto può permettersi di giocare con la sua forma.
Può vedere esattamente il modo in cui le foglie percepiscono le sue vibrazioni,
quelle che da espressioni pallide si traducono in movimento.
Le ombre nella sabbia portano alla spiaggia senza mare…non soffre la solitudine.
Calpestarle mi restituisce i passi di qualcosa che ha già attraversato questi pensieri,
nel senso opposto o in momenti diversi non ha importanza…
… percepisco la sua compagnia.

2 commenti:

Danilo Cugia ha detto...

Ecco... questo per esempio non lo capisco. L'ho gia letto tre volte ma nulla. Ho solo appuntato qualche frase che mi piace. Sono:
- Non serve a nulla cercare di organizzare ciò che non vuole esserlo per natura.
- Preferisco mangiare il mare se è questo quello che mi vedrò fare.

Ciò non è detto che le condivida, però mi piacciono. Ho provato a interpretare queste tue parole ma non ne comprendo il senso, perlomeno il tuo. Vabbè. L'importante che alla fine sei riuscito a percepirne la compagnia.
Ciao

Sospiro Mozzato ha detto...

Grazie comunque del tuo intento nel capirmi ^^