domenica, giugno 11, 2006

Esperimento di Pensiero

Se la realtà ipotizzata dal colossal americano “The Matrix” avesse veramente colto una sfumatura della nostra realtà difficile da percepire, ma con la variante ancora più inquietante che il così tanto ricercato e acclamato “libero arbitrio” fosse anch’esso totalmente un’illusione?
La sensazione che per esempio si prova a volte quando si pensa “ma cosa sto facendo!?” mentre ci si comporta in un modo in cui nemmeno noi vorremmo comportarci, potrebbe essere la nostra volontà che si esprime con un pensiero introspettivo quando si accorge in parte della sua impotenza?

Per spiegare meglio questo concetto possiamo ricorrere ad un Esperimento di Pensiero:

1- si prende una persona che per un incidente ha perso la memoria ed è completamente paralizzata(compresi gli occhi e le palpebre, che rimangono fissi al centro ma possono vedere) e insensibile a stimoli tattili.

2- la si collega a delle macchine che siano in grado di comandare la respirazione, il battito del cuore, le palpebre e le sostanze che circolano nel sangue(ormoni ,glucosio,etc).

3- le si mette un casco che proietta immagini ad ogni singolo occhio riprese ognuna da una visuale diversa per simulare quella degli stessi(uguale altezza, movimento, effetto profondità per la visione binoculare,etc).

Fatto questo si proietta una vita/film creata da noi che, per essere convincente, deve ricreare situazioni che giustifichino il suo stato di insensibilità(unica variabile che non siamo in grado di manipolare efficacemente) facendole per esempio credere che la causa di questo sia stato un incidente in periodo adolescenziale, ma grazie alla tecnologia medica di quel periodo si è riusciti a salvaguardare la deambulazione con l’utilizzo di un sistema di sensori intramuscolari che emettono un suono quando si adotta una postura o un movimento pericolosi.

Dopo tutto questo procedimento abbiamo quindi creato una vita virtuale che la persona difficilmente potrebbe capire non essere veritiera. Probabilmente invece adotterà dei comportamenti che normalmente fanno parte della nostra vita quotidiana;alcuni esempi:

· quando si studia e, pur leggendo, la mente è impegnata in ben altre problematiche, si giustifica dicendo “ non avevo voglia di studiare e mi sono perso nei pensieri”.

· dopo aver fatto una scelta ci si domanda “perché ho preso questa decisione?” e non si trova risposta.

· quando si sa esattamente cosa bisognerebbe fare in una certa situazione e ci si ripete “fallo!fallo!fallo!” senza però assecondare la propria volontà, troviamo risposte del tipo “evidentemente non ne valeva la pena”, oppure diamo la colpa all’emotività, alla timidezza, alla stanchezza, alla pigrizia o cose del genere.

Alla fine di questo discorso non ho detto nulla che il celeberrimo film hollywoodiano non avesse già insinuato nelle menti della maggior parte delle persone che ne hanno sentito parlare, ma il punto del mio discorso è: avendo già al momento d’oggi la possibilità di creare una situazione come quella ipotizzata poco sopra,anche se con condizioni particolari di una persona molto sfortunata(sia per l’incidente che ha avuto, sia per aver trovato la mia mente in un momento di sadica elucubrazione ^^ hihi), non sentite molto meno lontana la possibilità che ciò che state leggendo in questo momento sia un divertente scherzo di una qualunque cosa(chiamiamola X) che manipola la nostra “realtà”?

Se ci si pensa bene, X è consapevole del fatto che nessuno, anche credendo di trovarsi in questa situazione, potrà scoprire come stanno realmente le cose in quanto non ci è possibile uscire dalla nostra esperienza…

Bene, spero di non avervi angosciato ma vi invito a ragionarci sopra.

Ciao a tutti….ovviamente se esistete hihi ^__^


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando avevo circa 12/13 anni ero convinto che tutto fosse finto. Che le persone che mi stavano intorno nella vita quotidiana erano false, anche i miei famigliari, che non esistessero e che fosse tutto costruito intorno a me. Non riuscivo a capire come potesse essere, come si potessero fare, ma avevo questa sensazione, e ci sono stati periodi che non pensavo ad altro.

Poi era uscito pure il film "The Truman Show" dove appunto veniva presentata la vita di un ragazzo nato e cresciuto in una città fasulla che in realta era un enorme studio televisivo, costruito intorno a lui e dove tutte le persone, dalla sua famiglia, alla moglie poi, erano degli attori. E la sua vita, era conosciuta al mondo intero come una soap opera che aveva lui come protagonista. Un film che mi ha fatto riflettere, visto anche la sensazione che in quel periodo percepivo.
Spesso mi mettevo a cercare di spiare gli altri in maniera da scoprire se fossero loro a spiare me. Provavo a comportarmi in maniera non logica per scoprire comportamenti anomali negli altri. Una volta durante un pranzo ho avvisato come era solito fare a casa mia di andare in bagno e poi sono uscito in giardino, ho origliato dalla finestra della cucina se per caso parlassero di me, il tempo di ascoltare un pò e poi tornando ho pensato bene di tirare la catenella del cesso e una volta in cucina ho continuato a mangiare normalmente. Forse è stato da allora che ho capito che erano solamente mie fissazioni e che dovevo smetterla. Pian piano non ciò più pensato se non dopo anni, dopo aver visto Matrix che come ad altri ha dato lo spunto per rifressioni come queste mie o queste di Omar.

Credo che se fosse davvero tutto finto, tutto virtuale, sia che si tratti di alta tecnologia sia che si tratti di un finto mondo, se pur reale, ma costruito a posta per noi e pilotato da qualcuno, credo che cmq non si discosti molto dal mondo che crediamo invece sia il mondo reale. Anch'esso pilotato da pochi e con diverse società che in realta influenzano noi e le nostre scelte, non rendendoci liberi come in realtà crediamo di essere.

A me stà bene così. Mi piace essere quel che forse in realtà non sono, peccato che non sia così per tutti!

Ciao, Danilo

Anonimo ha detto...

ho letto...e ho deciso...non mi chiederò mai e poi mai se sia tutto fittizio,o se sia terribilmente reale.non è molto che sto su questa terra,ma la gioia che ho provato in questi anni è reale,così come è assolutamente reale il dolore,e tutto il resto.il cuore è così pieno,la mente è così intasata...e le persone che mi circondano...così meravigliose,così orribili,così banali,così geniali...sono attori?sono poveri disgraziati che come me condividono il palcoscenico?non è poi così importante,perchè ciò che provo,che anche loro provano,è vero,a prescindere da tutto.è vero ciò che senti,il modo in cui lo senti e le ragioni per cui senti.tutto qui.le cause?forse sono solo relative,o forse no.ma non è poi così importante.è la fine quella più importante.e la fine è la vita,in tutto quello che è,in tutto ciò che le rubi,o che lei ti ruba.se esiste uno sceneggiatore...beh,è davvero geniale.i miei complimenti.se non c'è...beh,allora siamo noi i veri geni,riusciamo ad andare oltre le fantasie più sfrenate,a stupire gli altri,e noi stessi in primis.i miei sentimenti,passati e presenti, mi riempiono,mi rendono ciò che sono.e io sono anche ciò che non vorrei essere,ciò che depreco.i conti li faccio solo con me stessa,e nessun'altro.le scelte sono le mie,anche se sbagliate,anche se me pento.possono scrivermi il copione,ma non possono costringermi a recitarlo.questo è tutto ciò che so,è poco,ma è fondamentale.sarebbe facile pensare che le nostre azioni in realtà non dipendano da noi,che siamo manipolati,deviati.ma non è così.ed è odiosamente meraviglioso.noi siamo il nostro inizio e la nostra fine.noi.nessun'altro.
un bacio,doc.

Platone (il falso) ha detto...

"...La testa è così piena, che non pensi più..."
Apro con dottissima citazione. Sòspy, il tuo è un pensiero complesso, è un pensiero profondo, e temo sia la base su cui scrivere il copione di cui sopra.
Il luogo comune dell'attore comune: "Son più vero sul palco che nella vita".
Retifica di Matteo Baldissara a tale luogo comune: "Son più vero se son solo, i miei personaggi son per voi tutti uguali". Recitare è divertente, è impossibile distinguerlo dal vivere. Non so se recitiamo, se viviamo, di certo amiamo, di certo IO amo. Forse non è sbagliato definirci degli attori: qualche volta entriamo in scena con un grido romboante, focalizziamo l'attenzione vicino i nostri piedi, la teniamo qualche minuto, e magari portiamo avanti lo spettacolo; altre volte siamo poco più di comparse, ci affacciamo da dietro le quinte, qualcuno ci butta un'occhiata e torna sulla luce. C'è chi fa il lavoro scuro, dietro il sipario, c'è chi non sa di recitare. Qualcuno, qualche mente particolarmente attraente, mette su uno spettacolo, lo porta avanti come personaggio principale e non scende a patti con i desideri del pubblico. Questo è il colossal. La maggior parte degli altri spettacoli da il pane per mangiare, e tutto il resto è un optional.
Benvenuti, prendete pure posto, oggi va in scena "Il Dilemma Del Diadema Senza Fronte" soria di una recita senza attori, si una vita senza recita e di attori senza lavoro, buona visione.